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Taccuini
L'editoriale del Corriere della Sera
prima apparso e poi sparito
Accadde domani
di Gigi Stabile
ventodiscirocco.net
Scritto per il Quotidiano della Basilicata (3 marzo 2010)
Roba da sentirti come Larry Stevens, il brillante giornalista interpretato da Dick Powell in Accadde domani (It happened Tomorrow), un film del 1944 diretto dal grande René Clair durante il suo esilio hollywoodiano.
Pensa un po', oltre ad essere già in partenza il più bravo di tutti, hai il non trascurabile vantaggio di arrivare sulla notizia prima degli altri grazie ai favori di un anziano collega, bislacco, stravagante e per giunta defunto (ma tu non lo sai ancora) che ti passa regolarmente il giornale del giorno dopo.
Ecco il segreto per essere sul posto prima che le cose avvengano, riscrivere l'articolo che tu stesso hai scritto e tornartene a casa senza dimenticare una puntatina all'ippodromo.
Fino al momento in cui ti imbatti nel tuo necrologio e fai di tutto, senza riuscirci, per trovarti il più lontano possibile dal luogo del fatale appuntamento.
Ma poiché si ha a che fare con una commedia questa volta si tratta, per fortuna, di una falsa notizia. Del tipo di quelle che si susseguono sempre più frequentemente da quando giornalismo e verità hanno deciso di non parlarsi.
Perché capita proprio a te, questa volta, di avere l'impressione di trovarti all'interno di un film di altri tempi la mattina di martedì 2 marzo, mentre sei all'estero. Ti colleghi via Internet con il sito del TG di Sky per avere un'anteprima dei giornali del tuo Paese. Fai in tempo a cogliere la brava Federica de Sanctis mentre passa la linea per la lettura dei quotidiani. Fatichi a credere alle tue orecchie mentre ti vengono letti alcuni brani tratti dall'editoriale del Corriere della Sera firmato da Ernesto Galli della Loggia.
Un'analisi senza riserve o mezze misure su partiti che non ci sono più o non ci sono mai stati. Su compagini elettorali che non riescono a diventare classe politica, su maggioranze che non fanno mai corrispondere la quantità alla qualità. Un pezzo che tu stesso hai scritto mille volte e che nessuno ha mai osato pubblicare.
Anche sullo schermo da dodici pollici riesci a vedere la collocazione dell'articolo nello spazio che da sempre il giornale milanese riserva alle opinioni più importanti.
Telefoni agli amici per condividere impressioni e stati d'animo. E invece ti accorgi che non riescono proprio a seguirti. Non sanno di che cosa stai parlando. Alcuni di loro hanno visto la prima pagina del Corriere. Altri ce l'hanno davanti. Ma il fondo è di tutt'altro tono ed è firmato da un diverso opinionista. Ti fanno diplomaticamente capire che hai preso sicuramente un abbaglio o che ti sei attardato troppo in giro la notte precedente e forse hai ancora bisogno di rimettere a posto le idee. Vallo a spiegare che non c'era nessuna Linda Darnell.
Metti da parte il telefono ma le imprecazioni che indirizzi ai tuoi interlocutori non ti aiutano a pensare meglio. Che in tv ti abbiano fatto vedere per errore il quotidiano del giorno precedente?
Per un lungo momento non ci pensi più ma più tardi non puoi fare a meno di precipitare sul sito del Corriere.
Dell'articolo nessuna traccia. Né quel giorno, né il giorno precedente. Eppure nessuno più di te può essere sicuro di quello che ha visto e di quello che ha sentito.
Ti piazzi, come un poliziotto di un'altra epoca, davanti ad un'edicola del centro. Sai per certo che fra poco arriveranno i giornali dal resto del mondo, ed aspetti con impazienza. Poi finalmente, come un rapace, ti assicuri una delle due copie del Corriere della Sera.
Provi per un attimo le sensazioni di un allenatore che vince una Champions League in rimonta quando, proprio là dove te lo aspettavi trovi Il fantasma di un partito, l'articolo di Galli della Loggia divenuto a sua volta un fantasma.
Ripercorri ad una ad una le righe con lo sguardo e le parole risuonano come già note, e non solo dal mattino.
Più tardi, attraverso una pagina elettronica compilata nel più minuscolo dei caratteri ed apparsa chissà come, vieni a sapere che per un errore tecnico la testata on line del Corriere della Sera aveva ospitato per qualche ora un articolo che la direzione aveva deciso di rinviare di un giorno.
Ma l'oggetto di carta che hai tra le mani non ha l'aspetto di un errore tecnico e non sembra proprio un edizione on line. Avanzi tutte le ipotesi possibili, tutte ugualmente plausibili, compresa quella di un maldestro tentativo di bloccare un analisi troppo spregiudicata per un giornale notoriamente prudente.
Sei ancora mezzo addormentato quando mercoledì squilla il telefono: "Ma come facevi a saperlo?".
Hai l'impressione di avere avuto, inaspettatamente, tra le mani il giornale del giorno dopo e non averne saputo approfittare.
Ti chiedi se e quando ti capiterà nuovamente un'occasione del genere ma poi rifletti sui vantaggi di non sapere in anticipo gli accadimenti futuri e ti interroghi persino se la copia in tuo possesso potrà avere un qualsiasi valore commerciale come succede ad un imperfetto prodotto per la numismatica o per la filatelia.
Ti ritrovi a sorridere amaramente pensando che il più grande giornale d'Italia, per una volta, è diventato piccolo come un francobollo di scarso valore. Anche se stampato al contrario.
Gigi Stabile
ventodiscirocco.net