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Speroni e stivali a spasso nel tempo

Cultura e società



SPERONI & STIVALI
a spasso nel tempo



di Gigi Stabile


ventodiscirocco.net

il Quotidiano della Basilicata (7 settembre 2008)


Non sprecate tempo a frugare nelle cronologie o a cercarla negli annali perché non la trovereste.
In un 1948 ricco di fatti memorabili a livello mondiale (l'assassinio di Gandhi, la nascita dello stato d'Israele o la ripresa dei giochi olimpici dopo la pausa bellica, con l' edizione assegnata per la seconda volta alla città di Londra) e di avvenimenti memorabili di primissimo piano in casa nostra (l'entrata in vigore della Costituzione, le elezioni politiche del 18 aprile, l'attentato a Togliatti che porterà l'Italia sull'orlo di una nuova guerra civile), la data del 30 settembre, che segna la prima uscita di Tex, un giornalino a fumetti, non può che rappresentare un evento secondario e marginale.
Ma in tempi (i nostri) di miti sospetti e di improbabili tradizioni costruite sulla sabbia, levarsi il cappello di fronte a Tex Willer e ai suoi magnifici sessant' anni dovrebbe essere un gesto spontaneo e dovuto anche per chi, abitualmente, va in giro a capo scoperto.
Apparso nelle edicole nell'immediato dopoguerra grazie ai testi di Giovanni Luigi Bonelli (il suo ideatore) e alle matite di Aurelio Galleppini, questo eroe del fumetto rigorosamente made in Italy a dispetto del teatro delle sue azioni (la Frontiera americana), simbolo ed effetto di un'Italia che voleva farcela, ha attraversato senza apparenti sussulti gli anni della ricostruzione e del miracolo economico, il Concilio Vaticano II, il primo centrosinistra e tutti quelli che sono venuti dopo, le inquietudini e le illusioni del '68, gli abissi degli anni di piombo, le promesse non mantenute di Mani Pulite, il tracollo e la metamorfosi della Prima Repubblica e non appare per niente intenzionato ad andare in pensione. Del resto, se si ripete fino alla noia che è cosa opportuna ritardare ad oltranza l'età pensionabile di un impiegato postale o di una maestra d'asilo, con che coraggio si può chiedere di ritirarsi ad un tipo che cavalca e spara senza sosta ed è più che mai sulla cresta dell'onda ? Tanto più se viene incoraggiato da esempi come quello di Harrison Ford/Indiana Jones che a sessantacinque anni suonati affronta, al cinema, la sua quarta avventura. In fondo Tex, eroe di carta, sessant'anni ce li ha appunto soltanto sulla carta: era già un giovanotto quando molti dei suoi lettori, ora apparentemente coetanei o più anziani di lui, erano ancora bambini.
C'è da scommettere che sarà ancora un uomo in piena forma e sempre pronto all'azione quando quelli non ci saranno più.
E pensare che in quel lontano 1948 la coppia Bonelli-Galleppini aveva deciso di puntare su un altro personaggio, tale Occhio Cupo, spadaccino in calzamaglia al quale era dedicato il volumetto più curato e prestigioso. Tex doveva accontentarsi di un più modesto albo a striscia destinato, almeno nelle intenzioni, a rappresentare il prodotto minore della piccola casa editrice di cui la moglie dello stesso Bonelli era amministratrice.
La storia avrebbe poi registrato il formidabile successo dei giornaletti a striscia attraverso una variegata serie di eroi, lo stesso Tex, il Grande Blek, Capitan Miki e tanti altri ancora di cui la generazione nata negli anni di guerra o immediatamente dopo era, per forza di cose, assetata. Quegli albi, assicurano le testimonianze, avevano tra l'altro il vantaggio di sparire immediatamente in un taschino o nascondersi all'interno di un libro di scuola e sottrarre i loro possessori alle ire di tanti educatori o presunti tali che vedevano in quelle ingenue pubblicazioni strumenti in grado di corrompere gli animi e le menti dei giovani lettori. Ne sarebbe passata di acqua lungo i corsi del Colorado e del Rio Bravo prima che i racconti a fumetti potessero acquistare stima e dignità educativa o che un giornale austero e rigoroso come l'Osservatore Romano ritenesse opportuno (ferragosto 2008) dedicare addirittura uno speciale al mondo di Tex Willer!
Ma intanto, nel 1951, veniva pubblicato dall' Apostolato della buona stampa un Indicatore dei periodici dei ragazzi secondo il quale questi venivano classificati nell'ordine in raccomandati, leggibili, leggibili con cautela oppure assolutamente esclusi. In quest'ultima categoria, che comprendeva "la stampa moralmente nociva", era inserito Tex unitamente a Pecos Bill, Il Piccolo Sceriffo ed altri duecento titoli.
Sarebbe cresciuto Tex nei dieci anni successivi: nel fisico, con la trasformazione del nervoso giovanotto delle prime avventure in un uomo maturo; nella qualità delle storie e dei disegni e infine nel formato editoriale che avrebbe assunto dal 1958 le dimensioni che conosciamo ancora oggi nella collana Tex gigante.
Il nuovo formato avrebbe dato maggior respiro ed equilibrio alle storie che quello precedente costringeva nello spazio e frammentava oltre misura nel tempo. Le tavole disegnate si sarebbero sempre più avvicinate alle inquadrature cinematografiche e gli elaborati di Bonelli avrebbero assunto il taglio di autentiche sceneggiature.
Momenti privilegiati di queste diventeranno i dialoghi tra Tex ed il suo inseparabile partner Kit Carson, venati di un' ironia che talvolta sfocia nel battibecco.
Andando alla ricerca di possibili precursori di Tex, Galleppini confessa più volte di essersi ispirato all'attore cinematografico Gary Cooper per la rappresentazione grafica del personaggio. Non certamente il Cooper che veste i panni del temerario ma imbolsito sceriffo di
Mezzogiorno di Fuoco (il film è infatti del 1952). Anche altri film western di Cooper come Vera Cruz, Dove la terra scotta, La legge del Signore sono di alcuni anni successivi alla comparsa dell'eroe bonelliano. E' probabile allora che Galeppini avesse presente qualche foto di scena del film The Virginian , una pellicola del 1929 di Victor Fleming, inedito però in Italia fino agli anni '70, o si fosse procurato una locandina del film Alone Came Jones (Il magnifico avventuriero), in particolar modo quella nella quale un Cooper in ginocchio cinge la vita di Loretta Young. Il profilo dell'attore americano appare in questa occasione effettivamente identico a quello di Tex.
In mancanza di meglio, ecco riaffiorare a più riprese come presunto ma non inverosimile modello l'eterno Ringo/John Wayne di
Ombre rosse (1939).
Se proprio lo vuole, il lettore più attento potrà trovare qualche analogia nel segno grafico con il personaggio di Lone Ranger, il cavaliere solitario, creato originariamente da Fran Stricker per una serie radiofonica (diffusa dapprima nel Michigan e successivamene in tutti gli Stati Uniti) e poi passato ai fumetti per i disegni di Charles Flanders (1938).
Qualche familiarità e qualche punto in comune è riscontrabile anche con il Lone Ranger televisivo interpretato dall' attore Clayton Moore. Vi è addirittura una foto di scena, nella quale Moore fa impennare il suo cavallo, assolutamente identica al logo presente fin dal primo numero del fumetto italiano. Ma anche questa foto, giurano i più informati, è datata 1955 e quindi non può accampare diritti di primogenitura.
Più identificabile con lo Shane interpretato da Alan Ladd nel film
Il cavaliere della Valle Solitaria è invece il Tex disegnato da Erio Niccolò, un altro interprete grafico dell'eroe bonelliano.
Sono proprio i disegnatori che si alternano con Galleppini negli anni '60, in primo luogo Erio Niccolò e Guglielmo Letteri, a porre le basi per la longevità del personaggio
che è ormai così fortemente caratterizzato da risultare immediatamente riconoscibile al di là del disegnatore chiamato ad interpretarlo.
Più che di un epopea realizzata da un gruppo di sceneggiatori e disegnatori differenti, quelli che si sono susseguiti fino ad oggi, Tex appare come un interminabile romanzo unitario scritto ed illustrato da una sola persona.
Galleppini continuerà a disegnare il personaggio e ad illustrare tutte le copertine fino al numero 400 quando, attraverso l'immagine di un Tex che in groppa ad un cavallo svogliato diretto verso la Monument Valley si volta indietro a salutare, avrebbe preso commiato dai suoi lettori e poche settimane dopo da questa terra (marzo 1994).
Dopo di allora molti illustratori hanno raccolto l'eredità di Galep (così il primo disegnatore di Tex era solito firmare le sue tavole). Tra questi Fernando Fusco, Giovanni Ticci, Carlo Raffaele Marcello, Jose Ortiz Moya e i bravissimi Fabio Civitelli e Claudio Villa. A quest'ultimo è spettato il compito di illustrare tutte le copertine del periodico dal numero 401 in poi.
Il papà di Tex, Giovanni Luigi Bonelli, scrittore, soggettista e sceneggiatore, "un romanziere prestato ai fumetti e non più restituito" come amava definirsi), influenzato dai romanzi di Emilio Salgari e Alexandre Dumas ma anche dai racconti avventurosi di Jack London, Zane Grey, Henry Rider Haggard e forse di James Fenimore Cooper e Louis L'Amour, sarebbe scomparso nel gennaio del 2001 all'età di novantadue anni.
Già abbondantemente prima di quella data ne avrebbero raccolto il testimone Decio Canzio, Mauro Boselli, il prolifico Claudio Nizzi e, di tanto in tanto, Guido Nolitta che altri non è che Sergio Bonelli, figlio di Giovanni Luigi e attuale titolare dell' omonima casa editrice.
A tutti loro siamo debitori di centinaia di episodi che ci hanno condotto con la fantasia negli spazi dell'Arizona e del Texas, del New Mexico e della California, del Nevada e della Louisiana, con escursioni sulla costa atlantica e nelle terre del nord e sconfinamenti in Canada e nel Messico, in compagnia del protagonista e dei suoi abituali compagni, il figlio Kit, il già citato Kit Carson, l'indiano navajo Tiger Jack e un gruppo di ricorrenti amicizie come il messicano Montales, la giubba rossa canadese Jim Brandon, l'irlandese Pat McRyan, il franco-canadese Gros Jean, il singolare El Morisco, personaggio dedito alle scienze e ai fenomeni parascientifici, attraverso itinerari temporali che, con qualche forzatura cronologica, hanno permesso di incrociare alcune leggende del West come Buffalo Bill, Butch Cassidy e Sundance Kid, il capo indiano Cochise.
Il mondo di Tex si è arricchito negli anni con un film,
Tex e il signore degli abissi (1985) interpretato da Giuliano Gemma per la regia di Duccio Tessari, un francobollo dedicatogli dalle Poste Italiane, due nuove collane di storie inedite, Maxi Tex e gli Albi Speciali, tre serie di ristampe, numerosi libri e siti internet ed un Almanacco del West che, con cadenza annuale dal gennaio del 1994, è diventato un indispensabile repertorio per quello che riguarda il fumetto western ma anche per tutto quello che il cinema, la televisione e la letteratura hanno dedicato e continuano a dedicare all'argomento. A tutto questo si è aggiunta un'iniziativa del quotidiano la Repubblica volta a ristampare, in grande formato ed interamente a colori, tutte le avventure di questo eroe.
Un fenomeno unico nel panorama del fumetto italiano; un caso che trova pochissimi riscontri a livello internazionale.
Il numero in edicola dal 9 settembre (il numero 575 della serie), quello che vuole festeggiare l'anniversario con una storia tutta a colori, regala ai lettori l'ultimo dei quattro romanzi scritti da G.L. Bonelli:
Il massacro di Goldena , l'unico dei quattro ad avere per protagonista proprio Tex Willer.

Quelli che studiano la società e i comportamenti umani continuano ad interrogarsi sulla fortuna del personaggio Tex Willer all'interno di generazioni differenti.
Soprattutto per la tendenza dei figli a disconoscere gli eroi dei padri e a ricercarne di nuovi e di propri.
Specialmente quando i valori e le aspirazioni dei giovani degli anni '50 e '60, improntati alla lealtà, alla solidarietà, al coraggio sono stati progressivamente e decisamente scalzati da quelli fondati sull' apparenza, sull'individualismo sfrenato e sulla ricchezza da raggiungere ad ogni costo.
Ci conforta sapere che, per tutto il tempo che durerà, Tex sarà ogni volta dalla parte dei più deboli nella loro resistenza ai prepotenti, agli imbroglioni, ai dispensatori di irricevibili valori a buon mercato. Sempre pronto ad intervenire grazie al suo grande cuore di carta. Che poi è la stessa materia di cui sono quasi sempre fatti i nostri ricordi ed i nostri sogni. Ed allora, buon compleanno Tex e mille di queste avventure.


Gigi Stabile






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